Sessualità e discorsi dissidenti: un’analisi costituzionale

Ana Valero Heredia

Professoressa Associata di Diritto Costituzionale, Universidad de Castilla-La Mancha

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

Il Sexual Speech, o discorso pornografico, è stato tradizionalmente escluso dall’ambito di tutela della libertà di espressione perché si è considerato che non possedesse un carattere razionale o che comunque fosse dotato di un low social value. La categoria costituzionale per compiere tale esclusione è stata l’oscenità. In questo articolo si analizza l’uso della obscenity da parte delle corti costituzionali per dimostrarne che tale categoria è stata utilizzata come strumento per perseguitare i discorsi contrari al codice di valori dominante. Tra questi emergono il porno femminista e il post-porno come espressioni delle rivendicazioni e delle lotte del movimento pro-sex e queer.

Sexual speech, or pornographic speech, has traditionally been excluded from the scope of protection of freedom of expression because it was considered that it did not possess a rational character or that it was in any case endowed with a low social value. The constitutional category for making this exclusion was obscenity. This article analyzes the use of obscenity by the constitutional courts to demonstrate that this category has been used as a tool to persecute discourses contrary to the dominant code of values. Among these, feminist porn and post-porn emerge as expressions of the demands and struggles of the pro-sex and queer movement.

Sommario

1. Caratteristiche del Sexual Speech. 2. La pornografia e i diritti delle donne. 2.1. Il femminismo abolizionista. 2.2. Il femminismo pro-sex e il porno femminista. 3. La teoria queer e il post-porno: i corpi politici e militanti.