Diffamazione e hate speech: quando il giudizio non è meramente critico ma discriminatorio in ragione dell’orientamento sessuale

Antonella Madeo

Professoressa associata di Diritto penale, Università degli studi di Genova

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

Nella sentenza in esame, Corte di Cassazione, quinta sezione penale, ud. 28 aprile-dep. 5 luglio 2022, n. 25759, la Cassazione affronta un tema classico: i confini tra esercizio del diritto di critica e diffamazione. Il caso, peraltro, presenta una peculiarità che, a quanto ci consta, non ha precedenti: il giudizio critico su cui verte la vicenda appare discriminatorio in ragione dell’orientamento sessuale del destinatario. Esso è rivolto, infatti, ad un’associazione in ragione delle sue finalità statutarie, rappresentate dalla lotta contro le discriminazioni e dalla promozione dell’inclusione sociale delle persone omossessuali. Il pregio della pronuncia è avere attribuito per la prima volta al giudizio diffamatorio discriminatorio valenza di hate speech, sulla falsariga dell’orientamento della giurisprudenza europea, nonché avere sottolineato la rilevanza dell’attualità del fatto oggetto di critica ai fini della pertinenza.

In the decision, Italian Court of Cassation, fifth criminal section, hearing on April 28th published on July 5th 2022, no. 25759, the Cassation deals with a classic theme: the boundaries between the exercise of the right to criticize and defamation. The case, moreover, presents a peculiarity which, as far as we know, is unprecedented: the critical judgment on which the story relates appears to be discriminatory due to the sexual orientation of the addressee. In fact, it is addressed to an association due to its statutory purposes, represented by the fight against discrimination and the promotion of the social inclusion of homosexual people. The merit of the decision is to have attributed for the first time to the discriminatory defamatory judgment the value of hate speech, according to the European case-law, as well as to have underlined the relevance of the actuality of the fact object of criticism for the purposes of pertinence.

Sommario

1. Il fatto. – 2. La vicenda giudiziaria. – 3. I requisiti per l’esercizio legittimo del diritto di cronaca, di critica, di satira. – 4. Le argomentazioni della Cassazione. – 4.1. Sulla veridicità del nucleo fattuale. – 4.2. Sull’attualità qualificante l’interesse pubblico. – 4.3. Sulla qualificazione del giudizio dissenziente come critica politica. – 4.4. L’intento, il contenuto e la forma discriminatoria: gli estremi dello hate speech. – 4.5. Sul limite della continenza. – 5. Osservazioni conclusive.

Lo status giuridico delle minoranze LGBTQ+ nella Repubblica Popolare Cinese: uno studio comparato

Edoardo Formelli

Studente magistrale, Università degli Studi di Trento

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

Il presente elaborato ambisce a ricostruire l’attuale quadro legislativo concernente lo status giuridico degli individui LGBTQ+ nella Repubblica Popolare Cinese, in considerazione della frammentarietà della disciplina previgente e il recente tentativo di razionalizzazione avutosi con l’introduzione del nuovo Codice civile. L’analisi proposta prende le mosse dalle più risalenti evidenze storiche di epoca imperiale e giunge ai profondi cambiamenti che hanno investito la Cina a partire dall’instaurazione del regime comunista nel 1949 e sino al presunto traguardo della depenalizzazione dei rapporti omosessuali avvenuta nel 1997. A partire da tali premesse, si tenterà di mostrare mediante un approccio critico l’esistenza di vuoti di tutela nonché contraddizioni immanenti al sistema, cui fanno da corollario una fitta giurisprudenza e da contrappeso una realtà sociale dissonante, fatta di luci ed ombre. L’attenzione sarà rivolta in questo stadio anche ai profili giuridici inerenti all’identità transgender. Dopo aver delineato il quadro attuale, il saggio offre una breve comparazione con una delle realtà più virtuose nel panorama dell’estremo Oriente, quella di Taiwan, per poi concludersi con considerazioni di tipo sistematico, le quali richiamano alcune chiavi di lettura tipiche del diritto internazionale sotto il segno di una “globalizzazione attraverso i diritti”.

This paper aims at reproducing the current legal framework concerning the status of LGBTQ+ persons in the People’s Republic of China. Considering the fragmentation of the former legal framework and the recent rationalization brought by the introduction of the new Civil Code, the prospected analysis leaps back to the most remote evidence of the imperial age and reaches up to the deep changes China has been faced with during the communist era, that have led to the decriminalization of homosexuality in 1997. A critical approach is implemented to shed a light on the defectiveness of the legal protection and the system’s immanent contradictions, while also including references to case law and the contrast with a divergent social reality. At this stage, some space is duly given to legal considerations arising from the condition of transgender individuals. Ultimately, chapter 3 is dedicated to a comparative assessment of one Asia’s most virtuous legal systems: Taiwan. Final remarks are inspired by a systematic reading of the legal issues and freely implement paradigms typical of international law to endorse the idea of globalization through rights.

Sommario

Introduzione. – 1. Profili storici del trattamento giuridico degli individui sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. – 2. L’orientamento sessuale e l’identità di genere nel prisma della legislazione vigente. – 3. Lo status giuridico e il riconoscimento delle minoranze LGBTQ+ in ottica comparata: uno sguardo a Oriente ed Occidente. – Conclusione.

Omofobia: violenza, vulnerabilità e invisibilità

Daniel Borrillo

Université de Paris X Nanterre

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

La recente preoccupazione per l’ostilità nei confronti dei gay e delle lesbiche modifica il modo in cui la questione è stata finora affrontata. Invece di concentrarsi come in passato sullo studio del comportamento omosessuale in quanto deviante, l’attenzione viene ormai posta sulle ragioni che hanno portato a considerare come deviante proprio questa forma di sessualità: lo spostamento dell’oggetto d’analisi verso l’omofobia corrisponde ad un cambiamento tanto epistemologico che politico. Epistemologico, dal momento che non si tratta tanto di conoscere o di comprendere l’origine e il funzionamento dell’omosessualità, quanto di analizzare l’ostilità suscitata da questa specifica forma di orientamento sessuale. Politico, poiché non è più la questione omosessuale (in fin dei conti banale dal punto di vista istituzionale) ma proprio la questione omofobica che merita oggi di essere affrontata in quanto tale.

The recent concerning about hostility towards gays and lesbians impacts on the way the issue has been dealt with so far. Instead of focusing as in the past on the study of homosexual behavior as it is deviant, attention is now placed on the reasons that led to considering this form of sexuality as deviant: the shift of such a focus towards homophobia corresponds to an epistemological as well as a political change. An Epistemological matter, since it is not so much a question of knowing or understanding the origin and functioning of homosexuality, but to analyze the hostility aroused by this specific form of sexual orientation. A political matter, since it is no longer the homosexual question (ultimately banal from an institutional point of view) but precisely the homophobic question that deserves to be addressed as such today.

Sommario

1. Introduzione – 2. La questione omofobica – 3. La doppia dimensione dell’omofobia – 4. L’origine della violenza – 5. L’invisibilità come violenza – 6. L’omofobia interiorizzata – 7. Conclusione – 8. Bibliografia.