Gli strumenti intramurari ed extramurari a garanzia del diritto alla genitorialità dei padri detenuti. Buone pratiche e criticità

Camilla Caselli

Dottoressa in Giurisprudenza, Università di Ferrara

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

La condizione dei padri detenuti e le possibilità concesse loro di esercitare il ruolo genitoriale durante l’esecuzione della pena costituiscono l’oggetto di questo articolo. La disciplina prevista dalla legge di ordinamento penitenziario e dalle successive norme in materia prevede una differenziazione degli strumenti intramurari ed extramurari impiegabili da madri e padri per esercitare il loro ruolo genitoriale, ricalcando lo stereotipo che vede le madri come uniche detentrici del ruolo di cura e i padri come breadwinner, che persa la possibilità di occupare questa posizione nella famiglia, si trovano penalizzati nell’accesso al godimento del diritto all’affettività, declinato in relazione alla prole. L’analisi di tali strumenti verrà condotta non solo dal punto di vista di come sono formulate le norme, ma anche della loro concreta applicazione in una prospettiva sociologica.

This paper focuses on the condition of imprisoned fathers and the possibilities granted to them to exercise the parental role during the execution of the judgment. The legal framework envisaged by the penitentiary law and by the subsequent regulations on the subject provides for a differentiation of the intramural and extramural tools that can be used by mothers and fathers to exercise their parental role, tracing the stereotype that sees mothers as the only holders of the role of care and fathers as breadwinners, who have lost the possibility of occupying this position in the family, they find themselves penalized in accessing the enjoyment of the right to affectivity, declined in relation to the offspring. The analysis of these tools is conducted not only from the point of view of how the provisions are formulated, but also of their concrete application in a sociological perspective.

Sommario

1. Introduzione – 1.2 I colloqui visivi – 1.2.1. I colloqui via Skype (e la crisi pandemica) – 1.2.2 Modalità e luoghi dell’incontro tra padri detenuti e figli – 1.2.3. Proposte di riforma: il diritto di visita. – 1.2.3 Il principio di territorializzazione della pena – 1.3 La corrispondenza telefonica – 2. Le misure extramurarie – 2.1 I permessi – 2.1.1. Il permesso-premio – 2.1.2. La problematica polifunzionalità dei permessi-premio – 2.2 La detenzione domiciliare – 2.3 L’assistenza all’esterno dei figli minori?

La violenza di genere in ottica comparata. La recente novella spagnola. Verso la progressiva affermazione di un modello consensualistico

Luciana Goisis

Professoressa associata di Diritto penale, Università di Sassari

(contributo pubblicato online first)

Abstract

Il saggio si propone di studiare la violenza di genere in ottica comparata. Concentrandosi su due delle più gravi forme di violenza di genere, il femminicidio e la violenza sessuale, il saggio si focalizza sull’esperienza sudamericana, su quella anglosassone, sull’esperienza tedesca e su quella spagnola in quanto particolarmente significative e rappresentative di approcci olistici piuttosto che disorganici alla disciplina della violenza di genere. Da ultimo, il saggio si appunta sulla recente e innovativa riforma spagnola in materia di violenza sessuale, traendo spunti per il legislatore italiano in prospettiva de lege ferenda.

The essay aims to study gender violence from a comparative perspective. Considering two of the most serious forms of gender-based violence, femicide and sexual violence, the essay is centered on the South-American experience, the Anglo-Saxon experience, the German and Spanish experiences as particularly significant and representative of holistic rather than disorganized approaches to the discipline of gender-based violence. Lastly, the essay focuses on the recent and innovative Spanish reform in the field of sexual violence, drawing ideas for the Italian legislator in the de lege ferenda perspective.

Sommario

1. Premessa. – 2. Uno sguardo comparato. 2.1. Il femminicidio. – 2.2. La violenza sessuale. – 3. La recente novella spagnola in tema di violenza sessuale. – 4. Conclusioni.

Stato giuridico e parentela del minore adottato in casi particolari: limiti applicativi e istanze di tutela dei nati da p.m.a. in coppia femminile e g.p.a.

Stefania Stefanelli

Professore associato di Diritto privato, Università di Perugia

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

Il saggio analizza l’evoluzione interpretativa e normativa che ha condotto l’adozione in casi particolari a fungere da clausola di garanzia del diritto del minore ad avere uno stato giuridico coerente con la sua consolidata affettività, nonché a vedersi riconosciuto il pieno inserimento nella rete parentale dell’adottando. Conclusivamente, l’autrice evidenzia i limiti e le residuali criticità evidenziati dall’applicazione di tale istituto giuridico all’accerto dello stato di figlio del nato in Italia attraverso la procreazione medicalmente assistita praticata all’estero su richiesta di coppie femminili, oppure grazie alla gestazione per altri.

The essay analyzes the evolutionary interpretation that led adoption in special cases to serve as a guarantee clause for the child’s right to a legal status consistent with his or her established affectivity, as well as to be granted full inclusion in the adoptee’s parental network. In conclusion, the author highlights the limitations and residual critical issues highlighted by the application of this legal institution to the formation of child status for those born in Italy through medically assisted procreation practiced abroad at the request of female couples, or through surrogacy.

Sommario

1. Evoluzione dell’adozione in casi particolari. – 2. Regime della parentela e conseguenze rispetto ai rapporti personali, ai diritti patrimoniali e successori dell’adottato. – 3. Alternatività e rationes specifiche dell’adozione in casi particolari. – 4. Valutazione dell’interesse del minore alla dichiarazione di adottabilità ovvero all’adozione mite. – 5. Valorizzazione dell’affettività del minore. – 6. Evoluzione di diritto positivo. – 7. Difficoltà o impossibilità di accedere all’adozione piena. – 7.1. Il procedimento alla luce della riforma Cartabia e l’acquisizione dei consensi. – 7.2. Ipotesi di applicazione dell’art. 44, comma 1, lett. d). – 8. Residuali criticità del ricorso all’adozione in casi particolari, con particolare riguardo alla filiazione da due donne o attraverso gestazione per altri.

FOCUS – Atti del convegno annuale di GenIUS “Populismi, identità personali, diritti fondamentali”. Roma 30.09.2022

(Contributi pubblicati online first)

Identità, diritti, democrazia: relazioni difficili ma necessarie

Cesare Pinelli

Ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico, “Sapienza” Università di Roma

Alla ricerca dell’identità perduta: populismo, rappresentazione del sociale e diritti fondamentali

Carlo Alberto Ciaralli

Ricercatore “Maria Zambrano” in Diritto Pubblico, Universidad Pablo de Olavide di Siviglia

Populismos y conflicto entre valores constitucionales en la Unión Europea

Augusto Aguilar Calahorro

Profesor de Derecho Constitucional. Universidad de Granada

L’appropriazione illiberale dei diritti umani da parte della Russia e della Chiesa Ortodossa Russa

Kristina Stoeckl

Ordinaria di sociologia, Università di Innsbruck

Genere, razza, sessualità: Il populismo di destra come politica dell’identità

Giorgia Serughetti

Ricercatrice di filosofia politica, Università di Milano

“Farmaco e veleno”: il populismo tra fisiologia e patologia

Paolo Veronesi

Ordinario di Diritto costituzionale, Università di Ferrara


La generalizzazione irragionevolmente discriminatoria: lo stereotipo di genere tra diritto e corti

Costanza Nardocci

Ricercatrice di Diritto costituzionale, Università di Milano

(contributo pubblicato online first)

Abstract

Il saggio approfondisce i rapporti tra lo stereotipo di genere e il diritto nella prospettiva costituzionale e sovranazionale, con particolare riferimento al diritto internazionale dei diritti umani. In primo luogo, l’articolo si occupa delle indicazioni che promanano dal diritto internazionale dei diritti umani e, in particolare, dalla Convenzione ONU sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne e dalla c.d. Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa per tracciare un quadro delle disposizioni normative che trattano dello stereotipo quale forma di discriminazione ai danni delle donne. In secondo luogo, premessi riferimenti alla giurisprudenza del Comitato ONU alla CEDAW, il saggio analizza la più recente giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo allo scopo di verificare se, a livello regionale, siamo di fronte ad un “cambio di passo” e ad una presa di coscienza effettiva della portata lesiva e discriminatoria dello stereotipo.

The essay explores the relationship between gender stereotypes and the law from a constitutional and supranational perspective, with particular reference to international human rights law. Firstly, the article deals with the indications emanating from international human rights law and, in particular, from the UN Convention on the deletion of all forms of discrimination against women and from the so-called Istanbul Convention of the Council of Europe to outline the regulatory provisions dealing with stereotyping as a form of discrimination against women. Secondly, after making references to the jurisprudence of the UN Committee at CEDAW, the essay analyzes the most recent case law of the European Court of Human Rights in order to verify whether, at a regional level, we are facing a “change of pace” and to an effective awareness of the harmful and discriminatory scope of the stereotype.

Sommario

1. Spunti introduttivi su stereotipo, pregiudizio (collettivo) e fenomeno discriminatorio. – 2. Una tipologia di generalizzazione (stereotipata e) discriminatoria: lo stereotipo di genere. – 3. Dallo stereotipo al diritto: implicazioni, rischi, ripercussioni nella dimensione domestica e sovranazionale. – 4. Non solo principi: sì alle Convenzioni, ma no alle leggi? – 5. Qualche spunto dalla giurisprudenza costituzionale: non di stereotipi si parla, ma… – 6. Le Corti sovranazionali: il Comitato ONU alla CEDAW tra “Stereotype” e “Gender Stereotyping”. – 7. L’approccio europeo: “quando” lo stereotipo arriva a Strasburgo. – 8. “Come” lo stereotipo arriva davanti alle Corti: un nuovo accertamento per una nuova forma di discriminazione di genere? – 9. Conclusioni: le conferme, le novità verso una interazione tra sistemi, nazionali e sovranazionali. 

Profili processuali del procedimento di rettificazione di attribuzione di sesso in Italia e in Francia

Alessandro Nascosi

Professore Associato di diritto processuale civile, Università di Ferrara

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

Lo scritto prende in esame gli aspetti processuali del giudizio di riassegnazione del genere nell’ordinamento italiano e in quello francese, ove la regolamentazione della materia è piuttosto recente. Come si osserverà nel presente contributo, l’ordinamento d’oltralpe predilige un accertamento dell’aspetto psicologico dell’identità di genere (che valorizza l’autodeterminazione dell’individuo), prescindendo del tutto da ogni aspetto medicalizzante della vicenda, a differenza del nostro sistema che conserva tuttora un accertamento giurisdizionale del percorso medico-psicologico compiuto dall’istante.

The paper examines the procedural aspects of the reassignment of gender in the Italian and French legal systems, where the regulation of the matter is quite recent. Certainly important, as will be observed in this contribution, the order beyond the Alps prefers an assessment of the psychological aspect of gender identity (which values the self-determination of the individual), completely disregarding every medicalizing aspect of the story, unlike our system that still retains a judicial assessment of the medical-psychological path made by the instant.

Sommario

1. Considerazioni introduttive. – 2. Il rito applicabile – 3. La fase istruttoria. – 4. La sentenza costitutiva del nuovo status. – 5. La regolamentazione del giudizio di riassegnazione del genere anagrafico in Francia. – 6 Rilievi conclusivi.

La relazione materna oltre le sbarre. Scenari attuali e prospettive possibili

Sarah Grieco

Docente di diritto dell’Esecuzione Penale – Coordinatore scientifico Polo Universitario Penitenziario UNICAS e Sportello per i diritti dei detenuti – Referente UNICAS Conferenza Nazionale Poli Universitari penitenziari – CNUPP

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

Il presente contributo rappresenta un’occasione per riflettere sulla dimensione della maternità reclusa. Ripercorrendo le principali tappe a cui è approdato il legislatore e la giurisprudenza costituzionale in questi anni, se ne evidenziano luci e ombre, sotto la lente dell’“interesse complesso” del minore ad un rapporto quanto più possibile “normale” e “continuativo” con i genitori, ed in particolare con la madre. Dall’analisi dei principali ostacoli che ancora si frappongono alla tutela della maternità e dell’infanzia, sia in fase cautelare che in sede di esecuzione della pena, si suggeriscono prospettive de iure condendo, in grado di attenuare le ricadute della detenzione delle madri sui figli; soggetti totalmente estranei alla pena, eppure ugualmente “vittime secondarie” della stessa.

This contribution represents an opportunity to reflect on the imprisoned motherhood aspect. The work follows the main steps developed in the recent years by the legislator and constitutional jurisprudence, highlighting lights and shadows: from the minor’s “complex interest” view to the preservation of a “normal” and “continuous” relationship with the parents, particularly with the mother. Starting from the analysis of the main hurdles still on the way to protect maternity and childhood, both during precautionary and execution of the sentence, a series of de iure condendo perspectives are suggested, aiming at mitigating the effects of the mother’s detention on their children who are subjects totally unrelated to the sentence, yet equally “secondary victims”.

Sommario

1. La tutela della maternità reclusa: difficoltà applicative e vuoti di tutela – 2. Gli ostacoli alla “esternalizzazione della detenzione” delle madri detenute – 3. Le disparità di trattamento in ambito di regime cautelare – 4. La preclusione assoluta dell’età del minore – 5. Il lavoro della Consulta a protezione della continuità genitoriale nel rapporto madre-figlio – 6. Prospettive de iure condendo – 6.1. Il passo necessario nella lunga marcia contro gli automatismi preclusivi: oltre il dato anagrafico del minore come unico parametro di valutazione – 6.2. La tutela della maternità e dell’infanzia per i “minori visibili”… – 6.3. …e per quelli “invisibili”: la tutela della genitorialità “dentro le mura” – 7. In conclusione.

Pandemia e violenza di genere

Luciana Goisis

Professoressa associata di Diritto penale, Università di Sassari

(contributo pubblicato online first)

Abstract

Il saggio ripercorre i dati statistici relativi al fenomeno della violenza di genere nell’epoca pandemica, dati che segnalano una impennata della violenza nei confronti delle donne in questi anni. Il saggio si interroga sulla lettura criminologica che può essere fornita di un simile incremento statistico, analizzando anche la recente legislazione penale di contrasto alla violenza di genere per saggiarne l’effettività in relazione al contenimento di tale fenomeno.

The essay retraces statistical data on gender violence in the pandemic era, data which signals a great increase of violence against women in those years. The essay questions about the criminological lecture that can be made with reference to similar statistical increase, analyzing also the recent penal legislation on the contrast to gender violence in order to detect its effectiveness in relation to the containment of this phenomenon.

Sommario

1. Il fenomeno in cifre. – 2. La lettura criminologica. – 3. La legislazione penale recente: effettiva?

La diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti: tra carenze della fattispecie incriminatrice e coadiuvanti extrapenali

Giuseppina Panebianco

Professoressa Ordinaria di diritto penale, Università di Messina

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

A tre anni dalla sua introduzione il delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, vulgato come revenge porn, non sembra aver dato buona prova. I dati non particolarmente incoraggianti sull’efficienza dell’art. 612-ter c.p. sollecitano una riflessione sui suoi limiti strutturali, sia pure senza il conforto del confronto con la prassi, non disponendosi ancora di significativa giurisprudenza su questo reato. Peraltro il recente intervento legislativo sul codice della privacy, inteso a rafforzare la tutela della persona offesa con misure extrapenali, pur segnando un passo avanti sul piano del “contenimento dell’offesa”, non giova a soddisfare le aspirazioni di contrasto del fenomeno empirico-criminoso, che richiederebbero ben altri strumenti volti a colmare il deficit culturale che lo alimenta.

Three years after its introduction, the offence related to the so-called “revenge porn” does not seem to have proven effective. It seems appropriate to analyse Article 612-ter of the Criminal Code to assess its limitations, even if there is no significant case-law on this offence at the moment. Furthermore, the recent introduction of measures in order to reinforce the victim protection fails to satisfy the requirement to prevent revenge porn. Actually, educational tools would be needed to bridge the cultural deficit that powers this criminal phenomenon.

Sommario

1. Il “parto precipitoso” di una fattispecie inefficiente. – 2. L’opportunità di una disposizione incriminatrice dedicata alla diffusione illecita di contenuti intimi. – 3. Questioni di lessico. – 4. La destinazione privata delle immagini o video a contenuto sessualmente esplicito e il risvolto probatorio della mancanza di consenso alla loro diffusione. – 5. Le condotte rilevanti: tra potenzialità espansive e vuoti di tutela. – 6. Il discutibile “pasticcio” delle aggravanti. – 6.1. Segue: l’irrilevanza della minore età della vittima e la problematica coesistenza con i delitti di pornografia minorile. – 7. La discutibile ragionevolezza della sanzione. – 8. Il recente rafforzamento della tutela della persona offesa con misure extrapenali. – 9. L’auspicio della prevenzione mediante l’educazione.

La PMA (seulement) pour toutes. L’incompiuta rivoluzione della nuova legge di bioetica francese

Giulia Terlizzi

Ricercatrice di Diritto privato comparato, Università di Torino

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

Con la legge di bioetica n° 2021-1017, il legislatore francese ha “deconfinato” le tecniche di assistenza medica alla procreazione (AMP), riconoscendo il desiderio e la volontà quali mezzi per superare i limiti corporei e per dare al sistema di procreazione, filiazione e parentela una dimensione “sociale”. Oggi, l’accesso alle tecniche di AMP è aperto anche alle coppie di donne e alle donne single, a prescindere dall’esistenza di una patologia. Nel tentativo, necessariamente limitato, di introdurre il lettore alla nuova legge di bioetica, ed in particolare alla nuova disciplina della Assistance medicale à la procréation (AMP), si procederà dapprima con una breve ricostruzione della genesi e del processo di adozione della legge. Ci si dedicherà in seguito ad una sintetica analisi delle disposizioni innovative e della nuova disciplina dell’AMP, per comprenderne meglio gli effetti, ma anche i lati oscuri e i delicati problemi rimasti ancora aperti.

With the approval of the new law on bioethics n° 2021-1017, the French legislator has radically changed the discipline of medically assisted procreation techniques, recognizing desire and will as a means of overcoming bodily limitations and giving the system of procreation, filiation and parenthood a ‘social’ dimension. Today, the access to these techniques is also open to female couples and single women, regardless of the existence of a pathology. In an attempt, necessarily limited, to introduce the reader to the new law on bioethics, and in particular to the new discipline of Assistance medicale à la procréation (AMP), the author will first proceed with a brief reconstruction of the genesis and process of adoption of the law. Afterwards, a brief analysis of the innovative provisions and of the new discipline of the MPA will be made, in order to better understand its effects, but also its dark sides and the very delicate problems still open.

Sommario

1. Le nuove priorità della Legge di bioetica, “plus societale que jamais”. – 2.Dal mariage pour tous alla PMA pour toutes : excursus di una promessa politica. – 3.Le disposizioni della nuova legge di bioetica sull’AMP. – 4. Le asimmetrie di trattamento nell’accertamento della maternità a seguito di AMP. – 5. La legge di bioetica fra uguaglianza e nuove discriminazioni: alcune riflessioni critiche.