La Constitución de la diversidad: el proyecto constitucional chileno, como espacio de reconocimiento en clave de género e interculturalidad

Marisol Edith Gonzales Usquiano

Abogada por la Pontificia Universidad Católica del Perú. Adjunta de Docencia del curso de Filosofía del Derecho de la Pontificia Universidad Católica del Perú

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

Los movimientos sociales-feministas en Chile obtuvieron un gran resultado que se consagró en el proyecto de Constitución. En el presente texto abordaré los principales avances en clave de género plasmados en este primer proyecto, así como los principales hallazgos, en el reconocimiento de derechos para las mujeres, pueblos indígenas, disidencias y diversidades sexuales. Todo ello será abordado desde una perspectiva interseccional y decolonial, que concluirá en el augurio de nuevos intentos por nombrar y dar voz a grupos poblacionales invisibilizados y oprimidos históricamente.

The social-feminist movements in Chile obtained a great result that was enshrined in the draft Constitution. In this text I will address the main advances in terms of gender embodied in this first project, as well as the main findings, in the recognition of rights for women, indigenous peoples, dissidents and sexual diversities. All this will be approached from an intersectional and decolonial perspective, which will conclude in the augury of new attempts to name and give voice to historically invisible and oppressed population groups.

Sommario

1. El espacio constitucional: antecedentes, contexto y actoras del proyecto. – 2. Diversa y paritaria: identidad, género y orientación sexual en el proyecto constitucional. – 3. Más allá del género: la variable intercultural en el texto constitucional. – 4. Reflexiones finales.


Ai margini di politica e ideologia: quale spazio per un discorso giuridico in materia di carriera alias? Brevi considerazioni in merito

Maria Vittoria Izzi

Laureata in Giurisprudenza, Università degli Studi di Bologna

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

Il contributo mira ad approfondire in chiave critica l’attuale dibattito relativo all’adozione del regolamento per la carriera alias all’interno della scuola secondaria di secondo grado, analizzando le principali questioni giuridiche emerse sul punto. Nel perseguire tale intento argomentativo, particolare attenzione sarà posta sulla condizione delle persone transgender all’interno degli enti di istruzione e sugli elementi che attualmente impediscono una loro piena integrazione nei medesimi.

This paper focuses on the condition of transgender students in Italian high schools and on their right to education. Through the critical analysis of the current debate surrounding the use of the preferred name in schools, the contribute aims to draw the attention on the dynamics that prevent full integration of transgender students and on the consequences on the protection of their fundamental rights.

Sommario

1. Introduzione – 2. Identità di genere e diritto allo studio: le sfide delle identità T all’interno degli istituti di istruzione – 2.1 Solidarietà sociale, autonomia scolastica e carriera alias – 3. STOP carriera alias: la campagna dell’Associazione Pro Vita e Famiglia – 3.1 La presunta minaccia alla “sana maturazione psico-fisica degli studenti” – 3.2. La (non) violazione delle norme civili, penali e amministrative – 4. Uno sguardo al di là dei confini nazionali: l’esempio di Malta e della Norvegia. Quali prospettive future? – 5. Valutazioni conclusive.

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Ridefinire il concetto di violenza sessuale in una prospettiva sistemica. La recente normativa spagnola a tutela della libertà sessuale.

Anna De Giuli

Dottoranda di ricerca in Filosofia del diritto, Università degli Studi di Milano

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

Di recente è stata approvata in Spagna la Ley Orgánica 10/2022, de 6 de septiembre, de garantía integral de la libertad sexual che si propone di affrontare il fenomeno della violenza sessuale secondo una prospettiva sistemica, col fine di adeguare l’ordinamento giuridico spagnolo agli obblighi assunti con la Convenzione di Istanbul. Il presente contributo intende mettere in evidenza come la legge rappresenti una risposta integrale e trasversale alla “cultura” della violenza sessuale. Nel compiere ciò, dapprima si prenderà in considerazione la nozione di violenza sessuale in essa elaborata. In secondo luogo, verranno evidenziati gli strumenti di contrasto da sviluppare nelle politiche pubbliche, riconducibili ad un’ottica sistemica. Infine, sarà dedicata una specifica attenzione alle modifiche introdotte dalla nuova redazione dell’art. 178 del Codice penale spagnolo, con particolare riguardo all’eliminazione della fattispecie di abuso sexual e alla definizione di consenso.

Recently, the Ley Orgánica 10/2022, de 6 de septiembre, de garantía integral de la libertad sexual, whose purpose is to deal with the phenomenon of sexual violence from a systemic perspective, has been passed in Spain with the aim to align the Spanish legal system with the obligations assumed with the Istanbul Convention. This essay intends to highlight how the law represents an integral and transversal response to the “culture” of sexual violence. To do so, the notion of sexual violence elaborated on the law will be examined. Secondly, a focus will be put on the contrast tools that should be developed in public policies, which are derived from a systemic point of view. Lastly, special attention will be directed to the modifications introduced in the new drafting of the art. 178 of the Spanish Penal Code, from the elimination of the case of abuso sexual to the definition of consent.

Sommario

1. Introduzione. – 2. La “violenza sessuale” come forma di discriminazione. – 3. Per una risposta integrale alla violenza sessuale. – 3.1. Politiche pubbliche e prospettiva sistemica alla violenza: quali strumenti di contrasto alla violenza? – 4. Su (alcune) modifiche al Codice penale spagnolo. – 4.1. Gli abusi sessuali come forme di violenza sessuale. – 4.2. Quale modello di consenso per l’ordinamento giuridico spagnolo?


Sessualità e discorsi dissidenti: un’analisi costituzionale

Ana Valero Heredia

Professoressa Associata di Diritto Costituzionale, Universidad de Castilla-La Mancha

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

Il Sexual Speech, o discorso pornografico, è stato tradizionalmente escluso dall’ambito di tutela della libertà di espressione perché si è considerato che non possedesse un carattere razionale o che comunque fosse dotato di un low social value. La categoria costituzionale per compiere tale esclusione è stata l’oscenità. In questo articolo si analizza l’uso della obscenity da parte delle corti costituzionali per dimostrarne che tale categoria è stata utilizzata come strumento per perseguitare i discorsi contrari al codice di valori dominante. Tra questi emergono il porno femminista e il post-porno come espressioni delle rivendicazioni e delle lotte del movimento pro-sex e queer.

Sexual speech, or pornographic speech, has traditionally been excluded from the scope of protection of freedom of expression because it was considered that it did not possess a rational character or that it was in any case endowed with a low social value. The constitutional category for making this exclusion was obscenity. This article analyzes the use of obscenity by the constitutional courts to demonstrate that this category has been used as a tool to persecute discourses contrary to the dominant code of values. Among these, feminist porn and post-porn emerge as expressions of the demands and struggles of the pro-sex and queer movement.

Sommario

1. Caratteristiche del Sexual Speech. 2. La pornografia e i diritti delle donne. 2.1. Il femminismo abolizionista. 2.2. Il femminismo pro-sex e il porno femminista. 3. La teoria queer e il post-porno: i corpi politici e militanti.

Dalla legge del silenzio alla parola. Annie Ernaux e la scrittura dell’aborto

Fabio Libasci

Assegnista di ricerca di Lingua francese, Università degli Studi di Udine

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

La vita e l’opera di Annie Ernaux testimoniano del passaggio, repentino e per molti versi liberatorio, da una sessualità attraversata dall’interdetto e dalla paura di rimanere incinta a una sessualità sganciata dal vincolo della riproduzione. Questo passaggio, qui accennato sommariamente, non ha però provocato una diffusione della parola così come è avvenuto per altre esperienze di liberazione. Non si è passati dal silenzio alla parola ma dall’interdetto all’oblio. Pochissimi testi letterari parlano dell’aborto e ancora meno sono quelli che rivendicano la carica autobiografica. L’événement, che Annie Ernaux pubblica nel 2000, è anche per questo così prezioso. Proveremo a leggerlo da angolature diverse: esplorando lo spessore del silenzio attorno all’aborto prima e dopo la legge Veil, provando a seguire il dispiegarsi dell’evento così come Ernaux lo racconta e infine raccogliendo la sua riflessione sulla scrittura e la memoria che fa da contrappunto e da ossatura al racconto.

Annie Ernaux’s life and work testify to the abrupt and in many ways emancipatory transition from a sexuality marked by interdiction and the fear of becoming pregnant to a sexuality unencumbered by the constraint of reproduction. This transition, briefly mentioned here, did not, however, provoke a diffusion of the word in the same way as it did for other liberation experiences. It did not go from silence to speech but from interdict to oblivion. Very few literary texts speak of abortion and even fewer claim autobiographical status. L’événement, that Annie Ernaux published in 2000, is also for this reason so valuable. We will try to read it from different perspectives: by exploring the depth of the silence around abortion before and after the Veil law, by trying to follow the unfolding of the event as Ernaux recounts it, and finally by collecting her reflections on writing and memory that act as counterpoint and framework to the story.

Sommario

1. Introduzione. – 2. La legge e il silenzio. – 3. Il tempo e la traccia. – 4. La scrittura e il senso.

Il linguaggio di genere e la mancata modifica del Regolamento del Senato

Maria Chiara Errigo

Ricercatrice di Diritto costituzionale, Università di Parma

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

Prendendo in esame la mancata introduzione nel Regolamento del Senato di una specifica disposizione volta a promuovere il linguaggio di genere nella comunicazione istituzionale e nelle attività dell’Amministrazione considerata, il presente contributo prova a svolgere una riflessione intorno al potere della lingua e a come l’adozione di determinate regole linguistiche possa in qualche modo plasmare la realtà, ponendosi in attuazione dello stesso principio di eguaglianza di genere.

Starting with the failure to introduce in the Senate Rules of Procedure a specific provision aimed at promoting gender language in institutional communication and in the activities of this Administration, this paper tries to carry out a reflection around the power of language and how the adoption of certain linguistic rules can somehow shape reality and place itself in implementation of the of gender equality.

Sommario

1. Linguaggio, declinazioni, diritto. Considerazioni introduttive. – 2. Linguaggio di genere, voto segreto e la mancata modifica del regolamento del Senato. – 3. Parlamento, comunicazione istituzionale e parità di genere. Qualche osservazione.

Il genitore è sempre genitore: la Corte Costituzionale austriaca e le coppie omoaffettive femminili

Francesca Brunetta d’Usseaux

Professoressa Associata di Diritto Privato Comparato, Università di Genova

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

Nella coppia omoaffettiva femminile, entrambe le madri devono poter acquisire lo status genitoriale al momento della nascita del bambino, indipendentemente dal fatto che si sia utilizzata o meno la PMA, pena la violazione del principio di uguaglianza e del divieto di discriminazione. Il ricorso ad altri strumenti per realizzare la genitorialità, come ad esempio l’adozione da parte della madre sociale, non risponde al superiore interesse del minore.

In the homo-affective female couple, both mothers must be able to acquire parental status at the time of the child’s birth, regardless of whether or not PMA techniques have been used; otherwise there would be a violation of the principle of equality and the prohibition of discrimination. Recourse to other means of achieving parenthood, such as adoption by the social mother, does not serve the best interests of the child

Sommario

1. La questione. – 2. Le coppie dello stesso sesso e i loro figli nel diritto austriaco. – 3. La procreazione medicalmente assistita. – 4. L’acquisizione dello status di genitore. – 5. La decisione della Corte.

La gestazione per altri tra emancipazione e sfruttamento. Prospettive giusfemministe

Sara Boicelli

Dottoressa in Giurisprudenza, Università di Ferrara

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

A causa della sua capacità di sollevare numerose e importanti questioni etiche e giuridiche, la gestazione per altri è ancora oggi un tema caldo sia nel dibattito pubblico che in quello accademico. L’articolo si focalizza sulle posizioni del cosiddetto “choice feminism”, che vede nella GPA un’occasione di liberazione per le donne, e su quelle delle giuriste femministe che ritengono, al contrario, che la pratica rappresenti una forma di sfruttamento del corpo femminile, resa sempre più socialmente accettabile dal contesto neoliberale in cui essa si è (ri)affermata.

Due to its ability to raise several ethical and legal issues, surrogacy continues to be a divisive topic in both public and academic debate. This article focuses on the arguments of choice feminism, which considers surrogacy an opportunity for women’s liberation, and those of feminist scholars who see it as a form of exploitation of the female body, made socially acceptable by the neoliberal context in which surrogacy has re-emerged.

Sommario

1. La gestazione per altri tra tradizione e nuove tecnologie. – 2. Il corpo è mio e lo gestisco io: libertà di scelta, autodeterminazione ed empowerment. – 3. La gestazione per altri come forma di sfruttamento: l’impatto del neoliberalismo sul diritto e il movimento femminista. – 3.1 La commodification della capacità riproduttiva delle donne. – 3.2 Un approccio intersezionale: l’outsourcing e la delocalizzazione del lavoro riproduttivo. – 4. La gestazione per altri altruistica: una possibile soluzione? – 5. Per una valorizzazione della dimensione relazionale della gravidanza.

Gli strumenti intramurari ed extramurari a garanzia del diritto alla genitorialità dei padri detenuti. Buone pratiche e criticità

Camilla Caselli

Dottoressa in Giurisprudenza, Università di Ferrara

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

La condizione dei padri detenuti e le possibilità concesse loro di esercitare il ruolo genitoriale durante l’esecuzione della pena costituiscono l’oggetto di questo articolo. La disciplina prevista dalla legge di ordinamento penitenziario e dalle successive norme in materia prevede una differenziazione degli strumenti intramurari ed extramurari impiegabili da madri e padri per esercitare il loro ruolo genitoriale, ricalcando lo stereotipo che vede le madri come uniche detentrici del ruolo di cura e i padri come breadwinner, che persa la possibilità di occupare questa posizione nella famiglia, si trovano penalizzati nell’accesso al godimento del diritto all’affettività, declinato in relazione alla prole. L’analisi di tali strumenti verrà condotta non solo dal punto di vista di come sono formulate le norme, ma anche della loro concreta applicazione in una prospettiva sociologica.

This paper focuses on the condition of imprisoned fathers and the possibilities granted to them to exercise the parental role during the execution of the judgment. The legal framework envisaged by the penitentiary law and by the subsequent regulations on the subject provides for a differentiation of the intramural and extramural tools that can be used by mothers and fathers to exercise their parental role, tracing the stereotype that sees mothers as the only holders of the role of care and fathers as breadwinners, who have lost the possibility of occupying this position in the family, they find themselves penalized in accessing the enjoyment of the right to affectivity, declined in relation to the offspring. The analysis of these tools is conducted not only from the point of view of how the provisions are formulated, but also of their concrete application in a sociological perspective.

Sommario

1. Introduzione – 1.2 I colloqui visivi – 1.2.1. I colloqui via Skype (e la crisi pandemica) – 1.2.2 Modalità e luoghi dell’incontro tra padri detenuti e figli – 1.2.3. Proposte di riforma: il diritto di visita. – 1.2.3 Il principio di territorializzazione della pena – 1.3 La corrispondenza telefonica – 2. Le misure extramurarie – 2.1 I permessi – 2.1.1. Il permesso-premio – 2.1.2. La problematica polifunzionalità dei permessi-premio – 2.2 La detenzione domiciliare – 2.3 L’assistenza all’esterno dei figli minori?

GenIUS 2022-2

Sommario

Focus: Populismi, identità personali, diritti fondamentali

Cesare Pinelli: Identità, diritti, democrazia: relazioni difficili ma necessarie

Carlo Alberto Ciaralli: Alla ricerca dell’identità perduta: populismo, rappresentazione del sociale e diritti fondamentali

Augusto Aguilar Calahorro: Populismos y conflicto entre valores constitucionales en la Unión Europea

Kristina Stoeckl: L’appropriazione illiberale dei diritti umani da parte della Russia e della Chiesa Ortodossa Russa

Giorgia Serughetti: Genere, razza, sessualità: Il populismo di destra come politica dell’identità

Paolo Veronesi: “Farmaco e veleno”: il populismo tra fisiologia e patologia

Interventi

Luciana Goisis: La violenza di genere in ottica comparata. La recente novella spagnola. Verso la progressiva affermazione di un modello consensualistico

Sarah Grieco: La relazione materna oltre le sbarre. Scenari attuali e prospettive possibili

Costanza Nardocci: La generalizzazione irragionevolmente discriminatoria: lo stereotipo di genere tra diritto e corti

Alessandro Nascosi: Profili processuali del procedimento di rettificazione di attribuzione di sesso in Italia e in Francia

Stefania Stefanelli: Stato giuridico e parentela del minore adottato in casi particolari: limiti applicativi e istanze di tutela dei nati da p.m.a. in coppia femminile e g.p.a.

Commenti

Federico Azzarri: L’adottato in casi particolari e l’unicità dello stato di figlio: riflessi sistematici del tramonto di un dogma

Antonella Madeo: Diffamazione e hate speech: quando il giudizio non è meramente critico ma discriminatorio in ragione dell’orientamento sessuale

Elena Falletti: Una marcia indietro lunga cinquant’anni: la sentenza della Corte Suprema americana Dobbs v. Jackson in tema di aborto

Paolo Veronesi: Un affare non solo di donne”: la sentenza Dobbs v. Jackson (2022) e la Costituzione “pietrificata”